Colloquia Theologica Ottoniana

Il tema dell’ecologia integrale di papa Francesco offre uno sguardo più ampio sulla questione dei divorziati, che permette non solo di uscire da un discorso troppo “moraleggiante” incapace di vedere la sofferenza delle persone che vivono in situazioni “irregolari”, ma anche di inserire la pastorale dei divorziati nel contesto più ampio della responsabilità della Chiesa per il creato. Anzitutto, papa Francesco sottolinea l’interdipendenza degli elementi che costituiscono l’ambiente umano. Siccome “tutto è connesso”, fenomeni sociali, tra cui quello della separazione o del divorzio, non possono essere considerati a parte. Nell’articolo proponiamo di ripensare la questione della separazione e del divorzio in una prospettiva più ampia, sia per quanto riguarda le sue cause, sia le sue conseguenze. Siccome “tutto è connesso”, la cultura del profitto non solo danneggia l’ambiente naturale in cui vive l’uomo, ma anche quello umano fatto delle relazioni. Trattando quindi delle cause di una rottura (del matrimonio) non si devono perdere di vista i fattori che, pur indirettamente, possono realmente indebolire le relazioni affettive, tra cui, per esempio, la precarietà del lavoro e il ruolo dei mass-media nel creare una mentalità consumista e quindi più egoista. Nell’articolo poniamo anche la domanda se la condizione dei divorziati non sia una delle forme o una espressione della “cultura dello scarto” che può tradursi in un reale impoverimento materiale, in una emarginazione familiare, comunitaria o sociale. Infine, la rilettura della questione delle persone che vivono in una situazione “irregolare”, alla luce dell’ecologia integrale, mette in evidenza non soltanto l’importanza della pastorale dei divorziati, ma anche la sua funzione “reintegrativa”.